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A Matteo Ricci una prima risposta social all'apertura fatta ieri sera alla Festa dell'Unitá di Pesaro, da parte di Gian Mario Spacca. "Innanzitutto, è doveroso ringraziare Matteo Ricci per l'attenzione che ha riservato a Base Popolare in un'occasione così significativa. Sicuramente le sue parole saranno considerate altrettanto attentamente in un movimento - come il nostro, a piramide rovesciata - dove la Base è più importante del vertice e ogni scelta viene fatta nella comunità, privilegiando progammi e progetti operativi, che in questo caso riguardano le Marche. Solo una considerazione non secondaria: la narrazione vuole che nel 2015 la rottura tra il centro e la sinistra sia avvenuta sul mio terzo mandato. In realtà il distinguo avvenne sulla strategia di autosufficienza che il PD impose -forte del suo risultato elettorale ottenuto alle europee, oltre il 40%. Personalmente lo ritenevo un errore che avrebbe allontanato i ceti medi produttivi dal governo regionale, come poi è avvenuto. In proposito incontrai a Roma Lorenzo Guerrini, allora plenipotenziario del PD, e chiesi di rimanere coerenti con la strategia coalizionale che aveva governato le Marche fin li: gli proposi anche due nomi come possibili candidati presidente per il centro-sinistra, Marco Pacetti e Roberto Oreficini. Ma il PD proseguì per la strada dell'autosufficienza, che l'ha condotto dove è oggi. Ovvero a ricercare un “campo largo” (Letta) con una rinnovata coalizione di centro-sinistra. Base Popolare, in questo momento è soprattutto impegnata nell’elaborazione di un programma che offra alle Marche più coesione sociale, una prospettiva economica di crescita e “la libertà di restare” per i giovani nel territorio. Quindi un impegno teso a consolidare il proprio progetto per le Marche . In autunno ad Ancona si svolgeranno probabilmente sia il congresso regionale che nazionale e presenteremo la nostra strategia, unitamente ad un terzo momento, ovvero un Confronto Popolare in cui saranno invitate tutte le forze che si richiamano alla tradizione e alla cultura popolare, che ha come presupposto la disponibilità al dialogo e al confronto. Un confronto non tattico, ma dentro la realtà per migliorare il benessere dei cittadini e restituire dignità alla politica". (apertura su nuova finestra)